12 Storie di dischi irripetibili, musica e lampi di vita (Italian Edition) by Carlo Boccadoro

12 Storie di dischi irripetibili, musica e lampi di vita (Italian Edition) by Carlo Boccadoro

autore:Carlo Boccadoro [Boccadoro, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B078SS51LM
editore: SEM
pubblicato: 2018-01-11T00:00:00+00:00


7

RUFUS HARLEY / Courage:

The Atlantic Recordings

New York, estate 2002.

Dopo aver salutato Glass e camminato per diversi isolati, decido di utilizzare la Metrocard infilandomi nei sotterranei dove passa la linea A della metropolitana.

Supero i cancelletti presidiati da un’enorme guardia giurata afroamericana che nonostante la penombra del suo gabbiotto ostenta occhiali scuri, sto bene attento a non sbagliare tipologia di treno e dopo qualche fermata dentro un vagone rumoroso e sporco, dove tutti i passeggeri sono rimasti con gli occhi incollati sul proprio giornale totalmente indifferenti agli annunci trasmessi con esasperante regolarità, scendo a West 4th Street.

Un lungo tratto di viale scorre proprio in mezzo al cuore Downtown della città, dove vedo sfilare vetrine di ogni tipo: farmacie cariche di scatole coloratissime (ci sono anche una serie di prodotti per scacciare il malocchio), deli e pizzerie a buon mercato, negozi di dischi in vinile, ripostigli pieni di cianfrusaglie, mucchi di tappeti e souvenir, intere collezioni di libri usati esposti sopra vecchie sedie di plastica allineate sul marciapiede, drugstores che vendono bibite ghiacciate dai gusti improbabili: ciliegia, prugna, zenzero.

Il caldo continua a stringere i polmoni in una morsa, si respira una nebbiolina tiepida che sale dai marciapiedi: la gente si muove come frastornata lungo le strisce d’asfalto, è difficile mantenere la concentrazione con queste temperature, sembra di essere reduci da una sbronza.

I grattacieli della zona si riflettono nei vetri dei negozi assumendo un aspetto strano, quasi distorto, contrappuntati dalle insegne luminose che esplodono ovunque: vecchi neon rossi e gialli risalenti almeno agli anni Cinquanta pubblicizzano marche di birra, si confondono con le più moderne scritte delle grandi catene alberghiere e dei club di musica latina e africana, disegnando un arazzo colorato che si trasfigura continuamente in maniera imprevedibile.

Arrivato al numero 178 della 7th Avenue South mi trovo finalmente davanti al sancta sanctorum in cui ogni appassionato di jazz spera di entrare, probabilmente il più celebre club del mondo: The Village Vanguard.

Quando Max Gordon nel 1935 ha fondato questo locale, che in realtà è poco più di uno scantinato a cui si accede per una scalinata stretta e ripida, al suo interno non si tenevano concerti bensì letture di poesia ed esibizioni di cabarettisti. A partire dalla fine degli anni Cinquanta, invece, la programmazione è stata di carattere musicale, trasformando questo posto minuscolo con pochi tavolini e un palco di ridotte dimensioni dove campeggia un pianoforte baby grand nel più celebre locale dove si possa ascoltare jazz.

Il locale è rimasto pressoché invariato attraverso i decenni e mantiene intatto tutto il suo fascino: si ha davvero l’impressione di poter respirare la Storia tra le pareti decorate dalle fotografie dei giganti musicali che si sono esibiti qui. Tra queste mura sono stati registrati centinaia di album dal vivo da parte di tutti i più grandi artisti della cultura musicale afroamericana.

Il posto è così piccolo che quando ci si siede ai tavolini in prima fila (non a caso i più ambiti) si è a pochissimi metri dal palco, praticamente immersi nella musica.

Tutto è avvolto dalla penombra e



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